Il bullismo e la sua evoluzione

Il bullismo e la sua evoluzione


Negli ultimi anni, assistiamo , spesso increduli, ad un fenomeno che è diventato ordinario e quasi quotidiano.
Non importa in quale paese si viva, tutti siamo esposti a notizie, video e situazioni drammatiche che interessano ragazzi che “torturano” fisicamente e psicologicamente i loro coetanei. Questo fenomeno che prende il nome di bullismo, viene riconosciuto come uno spiacevole aspetto, non solo, della vita scolastica, ma anche del mondo virtuale che e divenuto ancora più pericoloso e subdolo , il cyberbullismo.
Può essere utile chiarire l’etimologia della parola: bullismo deriva della parola inglese “bulling” che ha un significato un po’ diverso nel nostro Paese, il “bullo”, infatti, è un individuo, che ama fare lo spavaldo e che spesso tende a prevaricare, senza mai però giungere a quelle azioni di meschinità inspiegabile e ingiustificata a cui siamo esposti negli ultimi tempi. Per cui non sembrerebbe attinente alle azioni a cui siamo soliti assistere oggi.
Le motivazioni, che spingono i ragazzi, a comportarsi in questo modo sono diverse, spesso una scarsa autostima accompagna una serie di credenze, tra queste si pensa che attraverso la prepotenza sugli altri, si possa diventare forti e potenti.
Bulli
Essi si nutrono della compiacenza e della sottomissione altrui, amano sentire il potere sui coetanei e non solo, a volte sfidano anche gli adulti.
Questi atteggiamenti purtroppo non riguardano solo ed esclusivamente i ragazzi, ma sono diffusi in maniera sempre più frequente anche tra le ragazze.
Tutto infatti sembra un gioco, soprattutto quando si fa parte di un gruppo, ci si sente forti e cautelati dagli altri senza quasi, neanche percepire che si sta molestando qualcuno.
Addirittura si arriva a credere che alcuni ragazzi o persone meritino di essere prevaricati: ad esempio, persone di un gruppo etnico differente o ad orientamento sessuale diverso. Questo viene spiegato dalla scarsa capacità empatica, da una ostilità verso gli altri, legati a vissuti affettivi negativi, come il non essersi sentiti mai amati, o essere stati ipercontrollati.
Alcuni di questi ragazzi possono essere stati esposti a modelli aggressivi o nella vita reale o in quella legata ai video game di guerra e di morte, dove il fine è sempre quello di “danneggiare” l’altro, anche fino alla morte.
Bullismo a scuola
L’obiettivo di questi ragazzi è quello di schernire, soggiogare, spaventare, isolare il soggetto, che vive un senso di impotenza, che molto spesso, porta al suicidio.
Ultimamente, sono sempre più frequenti episodi di cronaca che ci raccontano di numerose vite spezzate, a causa di umiliazioni, aggressioni, verbali e fisiche subite e spesso filmate e postate su social network. Il postare un video che filma un atto di bullismo, non solo da maggiore rilevanza alla cosa e ne amplifica la vergogna, ma evidenza come i ragazzi impegnati a registrare , non solo non si preoccupino minimamente di aiutare il mal capitato, ma non pensino neanche lontanamente a chiedere aiuto, spesso per la paura di subire lo stesso trattamento e non sempre perché ne condividono l’azione.
I genitori, tutti, dovrebbero sensibilizzare i propri figli all’accoglienza e all’aiuto dell’altro, diverso da sé.
Le scuole invece, dovrebbero recuperare quei ragazzi che sembrano “abbandonati” al loro destino ma che, in realtà, con la giusta accoglienza e stimolazione possono recuperare la stima in sé e sentirsi, in primis, parte integrante del gruppo classe, e poi della società.

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